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APPRENDIMENTO


(8) ILLUMINAZIONE PARZIALE


"Penso come se nessuno avesse mai pensato prima di me"


(Renè Magritte, citazione contenuta in Magritte di Suzi Gablik, Edizioni Euroclub, Rusconi, Milano, 1989)


Apprendimento o Studio: in giapponese shomon , che significa "ascoltatori della voce", perché, in origine, gli shomon erano quelli che udivano la voce del Budda Shakyamuni quando predicava, perciò, per tradizione, questa condizione è quella del discepolo che ha ottenuto la comprensione ascoltando gli insegnamenti del Budda.


L’Illuminazione parziale, in giapponese engaku , è chi cerca di conseguire l’illuminazione senza gli Insegnamenti del Budda, tradizionalmente riconoscendo i Dodici Legami della Causalità Dipendente, ma non raggiungendo una forma di esistenza più elevata. Si può dire che è una condizione legata all’intuizione o saggezza, legata più ai nostri sforzi personali.


Di solito, pur diversi, questi due mondi vengono considerati insieme perché le distinzioni tra loro non sono così nette. L’Illuminazione parziale è anche chiamata "assorbimento", che è un termine che può essere usato anche per l’Apprendimento: questo perché sono strettamente collegati.


Mentre nei mondi precedenti l’individuo si concentra su quello che lo circonda, in questi due mondi, l’attenzione è spostata verso la propria interiorità, riflettendo e cercando di capire il significato delle cose, e quello della vita umana nel suo insieme: quando esiste una tale predisposizione si è in grado di rifletterla fuori e influenzare l’ambiente. Nell’Umanità si hanno sentimenti positivi come la bontà, l’intelligenza, la tranquillità che, però, servono per mantenere uno stato immobile, come cercare di rimanere a galla nel grande mare della vita, mentre, nello Studio e Illuminazione parziale, si combattono le onde della vita e si riesce a illuminare e comprendere anche le sue profondità. Importanti caratteristiche di questi due stati è la relativa indipendenza dall’ambiente, la liberazione dai meccanismi meschini, la capacità a muoversi indipendentemente, ma in armonia con i fenomeni della vita. Chi studia, o i discepoli di un qualche maestro, sono più avvantaggiati a entrare nel mondo di Studio, ma, in realtà, è una condizione che si apre a chiunque abbia il sincero e umile desiderio di apprendere, mentre ciò che impedisce di farlo, anche a studenti e discepoli è l’eccessivo orgoglio della superiorità della propria conoscenza: quando la motivazione è di conoscere, per aumentare il proprio prestigio personale, per essere superiore, il mondo non è di Studio, ma di Collera. Quando si studia solo per avere un lavoro ben pagato si è nell’Avidità, chi progetta qualcosa facendolo passare per utile per tutti ma che, in realtà, avvantaggia solo sé stesso è nell’Animalità. Un aspetto della condizione di Studio è di considerare quello che si fa come un’ occasione di crescita e sviluppo.


La Parziale Illuminazione si manifesta, all’improvviso, in un individuo in rapporto a qualche fenomeno osservato o sperimentato, e può essere qualsiasi cosa, dalle stelle, a qualcosa che si legge, anche una sciocchezza, ma anche un ricordo, un odore, il semaforo sulla strada, i colori di un manifesto: tutto è un’occasione per approfondire. L’Illuminazione Parziale è, solitamente, una caratteristica degli artisti, scienziati o grandi leader, i grandi pionieri: Newton intuì la forza di gravità terrestre osservando la caduta di una pera, Leonardo progettò prototipi rudimentali di aerei studiando le ali degli uccelli, Michelangelo "vide" il David guardando il grande blocco di marmo scadente; l’individuo in Illuminazione Parziale riesce a cogliere e a vedere oltre, in, e tramite cose, che alla maggior parte degli individui rimangono oscure e anche a lui stesso, fino a quando qualcosa esplode dentro, e una stessa cosa, avuta sotto gli occhi ogni giorno, apre la porta per una verità molto più grande.


Può accadere che chiunque, nel corso della propria quotidianità sperimenti questi stati ma, generalmente, non sono molto comuni, perché la maggior parte degli individui è restìa a sviluppare capacità di introspezione e rielaborazione, mentre è più comune tra artisti, scienziati e pensatori. Non è escluso che chiunque provi queste condizioni, perché i dieci mondi sono presenti in tutti ma sono stati che comportano un impegno maggiore di sviluppo. La felicità di questi due stati vitali è dettata dallo sviluppo della creatività, dalla ricerca in ogni direzione, dagli sforzi fatti per raggiungere un qualche risultato: per il mondo di Studio è aver imparato, l’aver applicato le verità dei libri alla propria vita, per la Parziale Illuminazione è una felicità più grande perché si è raggiunta da soli.


"…E ora prendo commiato da voi e dalla vostra sacra cittadella. Me ne vado a sedermi sulla cima di montagna, ad aspettare altri diecimila anni che vi facciate largo verso la luce. Vorrei solo che per questa sera attenuaste le luci, abbassaste gli altoparlanti. Stasera vorrei meditare un po’ in pace e tranquillità. Per un po’ vorrei dimenticare che v’accalcate intorno al vostro favo da quattro soldi.


Domani potrete completare la distruzione del vostro mondo. Domani potrete cantare in paradiso sopra le rovine fumanti delle vostre città terrene. Stasera però vorrei pensare a un uomo, a un individuo solo, a un uomo senza nome né paese, un uomo che io rispetto e che non ha assolutamente niente in comune con voi: ME STESSO. Stasera vorrò meditare su ciò che io sono." ( Henry Miller, Primavera nera , Universale Economica Feltrinelli, Milano, 1983)


Tutte queste qualità, in teoria, dovrebbero presupporre saggezza, felicità e una vicinanza molto stretta con l’Illuminazione vera e propria ma, invece, è vero esattamente il contrario. Il fatto di sviluppare caratteristiche non comuni fa sì che l’individuo, in questi casi, sviluppi anche una serie di aspetti che lo allontanano dalla vera felicità e la vera Illuminazione: la sua particolarità lo porta ad esaltare la propria importanza e questo non vuol dire che sia palesata, ma può sentirsi interiormente superiore, e ciò lo porta anche all’egoismo. Chi vive in questi stati è, in un certo senso, chiuso in un mondo tutto suo, tutti gli sforzi che fa denotano una forte determinazione e forza di volontà, perciò è portato a fidarsi soprattutto di sé stesso, delle sue capacità, che spesso sono anche dialettiche, ed è, perciò, dominato da forte orgoglio e arroganza: in particolare, la parziale Illuminazione, induce a credere di avere l’unica visione corretta, dettata dall’intuizione, e tende a criticare gli altri, o per il piacere di farlo, o per ribadire la propria superiorità. Questa tendenza fa cadere l’individuo direttamente nel Mondo di Collera: separare sé stessi dagli altri in una torre di superiorità. Quasi sempre questo tipo di persona è dominante e tende ad avere una forte influenza sugli altri, il suo potere può essere manifesto, come molto sottile, dato che riesce a cogliere sfumature sconosciute ai più e questo significa che la sua effettiva superiorità, se impiegata male, può causare seri danni: il ricercatore che fa una grande scoperta d’aiuto all’umanità, la tiene segreta ai colleghi, per poterla presentare a un congresso e ricevere applausi ed onori, i politici che governano le masse per avere il potere, scienziati che possono impiegare la loro intelligenza per il bene degli altri, scelgono, per fama o danaro, di sviluppare armi terribili, come la bomba atomica, ma anche ordigni chimici, batteriologici, bombe create per invalidare e uccidere l’individuo in modo quasi più crudele.



La responsabilità morale di questi individui è molto alta, e ne possiedono altrettanta in senso pratico, perciò possono essere davvero pericolosi: "L’esperienza ha vividamente dimostrato che se lasciamo il mondo a coloro che attualmente detengono il potere - politici, ricercatori, tecnocrati, burocrati e uomini d’affari- andremo a finire di certo nei guai, perché queste persone non concedono sufficiente considerazione agli effetti indiretti o ritardati dei loro atti


sui nostri ambienti ecologici e sociali tanto sensibili. Anche gli ingegneri, che nel loro campo realizzano cose splendide, devono essere sottoposti a delle limitazioni" (Aurelio Peccei, in I Dieci Mondi ).



Quando la persona di questi mondi si esprime al suo massimo in senso positivo, mette sé stesso a servizio degli altri, "donando"qualcosa di sé, quindi apportando grandi benefici, arricchendo di bellezza, cultura e utilità la vita in generale: naturalmente ciò è possibile andando oltre sé stesso,oltre il proprio egoismo e orgoglio.



Il Mondo di Studio o Apprendimento e Parziale Illuminazione sono chiamati I Due Veicoli e benché ci siano maggiori capacità intellettive e intuitive, esiste ancora una certa dipendenza da fattori esterni, perché la felicità è relativa e condizionata dall’ambiente.


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