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L’acido valproico: una nuova arma contro la retinite pigmentosa

Importanti studi hanno dimostrato che l’acido valproico, o VPA, offre una potenziale efficacia nel trattamento della retinite pigmentosa .

“Le terapie basate sull’acido valproico hanno ottenuto risultati molto incoraggianti nella lotta alla retinite pigmentosa, ” ha dichiarato il Dottor Antonio Pascotto , chirurgo oculista presso la Clinica Mediterranea di Napoli, “anche se, naturalmente, ulteriori test clinici saranno necessari per confermare l’efficacia e la sicurezza del farmaco”.

Studi preliminari hanno infatti identificato in questo acido un potente inibitore dell’istone deacetilasi e, inoltre, si è dimostrato capace di incrementare i livelli di svariati fattori utili per il nutrimento delle fibre nervose.

“Dalle ricerche, quindi, risulta che l’acido valproico possiede un particolare profilo biologico, adatto al trattamento della retinite pigmentosa” ha proseguito il Dott. Pascotto. “Congiuntamente, quest’insieme di indizi suggeriscono che il VPA possa diventare un’efficace opzione terapeutica per i pazienti affetti da altre distrofie retiniche.”

L’analisi retrospettiva ha coinvolto 13 occhi affetti da retinite pigmentosa esaminati prima e dopo una somministrazione di 4 mesi di acido valproico. I ricercatori hanno analizzato a fondo il tracciato ottenuto tramite l’utilizzo del perimetro di Goldman al fine di definire i campi visivi dei pazienti.

L’età media dei pazienti inclusi nello studio era di 36 anni.
I risultati dello studio hanno mostrato un miglioramento del campo visivo in nove occhi e un peggioramento del campo visivo in due occhi, mentre negli altri due casi non sono stati evidenziati sostanziali cambiamenti.

Considerata la classica perdita di campo visivo in assenza di trattamento, i miglioramenti ottenuti in seguito alla somministrazione di acido valproico assumono un valore ancora più significativo.

Tutti i 13 occhi sottoposti alla terapia hanno ottenuto, in media, un incremento dell’acutezza visiva di un valore compreso tra due decimi e quattro decimi.

“I risultati ottenuti verranno utilizzati per spronare sempre più laboratori clinici a testare la sicurezza e l’efficacia dell’acido valproico per la retinite pigmentosa”, ha concluso il Dott. Pascotto. “La nostra intenzione è usare questo studio come base per future sperimentazioni su pazienti affetti da tale patologia per cercare di rendere effettivi al più presto i benefici ottenuti nei test preliminari.”


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