… il nostro aikido …
Nel variopinto mondo delle discipline che provengono dall’oriente, dai nomi esotici e, spesso, difficilmente traducibili nel loro più profondo significato, vi è un’arte, tra le altre, che nonostante lo scorrere del tempo ha saputo mantenere integro il proprio messaggio. Un messaggio ricco di sfumature con diversità di accenti, d’interpretazioni, frutto delle varie personalità dei Maestri che la divulgarono fin dai suoi esordi, ma il cui corpus è tuttora significativamente intatto: essa è l’arte dell’Aikido. Fondata dal Maestro universalmente riconosciuto come il più grande esperto di arti marziali di tutti i tempi, O’Sensei Morihei Ueshiba.
Nato a Tanabe (Giappone) nel 1883, fin dalla più giovane età cominciò lo studio di svariate forme di BuJutsu (tecniche guerresche). Egli si sottopose a intensi allenamenti per sopperire al suo fisico gracile, debole, fino a raggiungere nel corso di estenuanti allenamenti, una formidabile forza fisica, una grandissima capacità nelle più svariate forme di combattimento dell’epoca feudale (e non solo) sia a mani nude sia con le armi (alabarda, spada, bastone, moschetto con baionetta, ecc.). Ma lo stesso Ueshiba, nonostante gli esaltanti risultati, non era soddisfatto della sua ricerca; fu un monaco della nascente religione dell’Omoto Kyo (che professava un sincretismo religioso - comprendente anche il cristianesimo - rivolto all’amore universale, attraverso l’unità di tutti gli esseri umani) che influenzò la continua ricerca del futuro fondatore dell’Aikido. Ueshiba si mise totalmente a disposizione unendosi agli ideali di pace di questa nuova comunità, iniziò una faticosa e incessante trasformazione interiore e, di conseguenza, della sua maestria. Intanto la fama di questo piccolo uomo, capace di formidabili azioni, andava diffondendosi in tutto il Giappone e numerosi Maestri di diverse arti marziali andavano a conoscere il fondatore di questa nuova disciplina che ancora chiamava AikiBujutsu. Ueshiba non smise mai di migliorarsi, cercando di infondere nel suo insegnamento, che pur rimaneva un’arte marziale con tutti i crismi, quei principi ideali che rispondevano a una visione spirituale dell’esistenza, ricca di amore per l’essere umano, per la Terra, per l’Universo tutto. Egli diventò un uomo sano, equilibrato, risoluto, forte, di grande saggezza e dotato di straordinarie capacità umane e marziali (non fu mai vinto, nonostante fosse continuamente sfidato da esperti delle più svariate discipline), considerate, soprattutto dagli occidentali (che nel frattempo si erano incuriositi del personaggio), addirittura inspiegabili. Egli conobbe la possibilità di coordinare le energie fisiche e mentali e, inoltre, la forza del Ki , quest’energia provenente dall’Universo che permea l’essere umano il quale può, con metodo e dedizione, coltivare e accrescere.
Il secondo conflitto mondiale fu un momento di profonda afflizione per O’Sensei, visse gli anni della guerra tristemente, come una sconfitta di tutti gli uomini; egli si dimise da ogni incarico a servizio dell’esercito dell’imperatore e si ritirò a vivere spartanamente in una piccola fattoria nella campagna di Iwama. Coltivando amorevolmente la terra (sua grande passione) e i fiori dell’amato giardino; meditò ulteriormente su quello che doveva essere il suo passaggio in questa vita, il suo dono all’umanità tutta; giunse il tempo di una ulteriore maturazione, il momento in cui nominare definitivamente il metodo di cui era il portatore, l’arte a cui dedicò l’intera vita: la nominò Aikido. Ai (armonia), Ki (forza, energia universale), Do (via, metodo), a testimonianza di quello che voleva che fosse: una Via, capace di donare armonia e una speciale forza a tutti coloro che l’avessero praticata, non per sconfiggere qualche ipotetico nemico, ma per “ riportare equilibrio laddove l’Universo era stato turbato…”.
Uno dei più grandi allievi del Fondatore, fu il Maestro Hirokazu Kobayashi; egli ricevette, alla sola età di quarant’anni, il grado di 8° Dan direttamente da Morihei Ueshiba. Gli fu fedelissimo, lo seguì come uchideshi (allievo interno, “privilegiato”) finché Ueshiba lasciò il piano terreno nel 1969. Il Maestro Kobayashi accettò con entusiasmo l’indicazione di Ueshiba -“vai in Europa, momenti difficili l’attendono, porta l’Aikido che potrà essere d’aiuto a molte persone” - venne nel nostro continente e si dedicò anima e corpo alla diffusione di questa splendida arte marziale. Kobayashi ebbe modo di sviluppare, per altri trentacinque anni, quanto appreso dal suo Maestro e si dedicò ulteriormente a risolvere, a trasformare in realtà, quella dicotomia che c’è tra tecniche marziali e desiderio di utilizzarle per portare un miglioramento, tra arte guerresca e pace, tra scontro e incontro, che molte discipline marziali dichiarano, ostentano vanamente o nebulosamente nei loro programmi, ma che (purtroppo) sono ben lungi dall’onorare fattivamente. H. Kobayashi invece riuscì in questo compito; il suo fu un lavoro di diffusione incessante e di grandissimo prestigio per l’insegnamento che trasmise, di affinamento di un’arte tanto vivente che si prestava per definizione ad ulteriori arricchimenti. L’impreziosì con il principio di meguri (vortice), di otonashi no ken la spada “silenziosa”, dell’importanza fondamentale dello studio di AikiJo e AikiKen (bastone e spada), di ki-no-musubi , il legame energetico fra attaccato e attaccante, ecc. - la sua scuola si rifà all’educazione cavalleresca, dei gentiluomini e gentildonne, alla nobilissima arte del Budo (la via guerriera in senso etico che esclude la violenza, sublimandola): ad esempio è d’importante rilievo mantenere la postura eretta, l’eleganza, l’atteggiamento sul tatami (materassina per l’allenamento), il non attaccamento a facili reazioni e altro; riflessi di una maturazione interiore dell’individuo, di una visione estesa della pratica che comprende una vera e propria educazione dell’anima. Del suo Aikido Kobayashi diceva – è amore - e ancora - otonashi no kamae, non c’è guardia – uke soku seme , seme soku uke, colui che si difende è come colui che attacca - secondo l’idea che se si arriva ad un conflitto, non ci sarà mai uno sconfitto ed un vincitore, ma si è entrambi sconfitti; e ancora - il conflitto è generatore – perciò - se non vi è stata altra possibilità – dunque è responsabilità di chi possiede l’Arte di portare creativamente qualcosa di insolito, che non è la distruzione, ma viceversa una nuova, diversa opportunità, come un seme che per dar vita ad una nuova pianta deve rompere la propria forma, caotizzarla per metamorfosarsi in un nuovo ordine dinamico che è il germoglio. Tutto questo e molto altro nell’Aikido del Maestro H. Kobayashi; insegnamento che si è diffuso prevalentemente in Europa per opera assidua dello stesso e dei suoi migliori allievi, quali sono stati Giampietro Savegnago e André Cognard, entrambi Maestri riconosciuti con il grado 8° Dan Shihan (persona da imitare).
Studiare L’Aikido significa accedere gradualmente a una dimensione di continuo, piacevole esercizio d’attenzione (hic et nunc), anche al di fuori delle lezioni in palestra, i benefici si ritrovano come talenti nella vita quotidiana.
Ad esempio: migliorato benessere fisico e sicurezza di sé, maggior equilibrio e flessibilità, una respirazione profonda, qualitativamente più efficace e, con il tempo, un dischiudersi di forze inaspettate.
Nell’Aikido s’incontra e sperimenta l’aspetto nobile delle arti marziali, imparando anche alcune sfaccettature della cultura tradizionale del Giappone che ha reso quel popolo particolarmente civile e, secondo una recente indagine sociologica, il più educato al mondo. L’Aikido è un’ottima arte del movimento che contemporaneamente permette di imparare un metodo di autodifesa (è solo difensivo, esclude qualsiasi forma di aggressione). E’ anche, viceversa, un’eccellente arte marziale che attraverso l’utilizzo di movimenti che si rifanno al principio della rotazione sferica e la continua ricerca della perfezione estetica, permette una crescita motoria armonica, stimolando tutte le capacità di movimento (interiore ed esteriore) dell’individuo.
La nostra scuola è collegata all’autentico AiKiDo, grazie alla linea diretta con il Maestro Giampietro Savegnago (Ueshiba -> Kobayashi -> Savegnago -> Gelai -> Rolandi) caposcuola A.I.A.K.R. (Associazione Internazionale Aikido Kobayashi Ryu), il quale ha appreso i segreti dell’Arte direttamente da H. Kobayashi grazie ad un rapporto speciale che li ha uniti per 25 anni, con oltre 300 stage in tutta Europa e più di 20 viaggi in Giappone (circa 2 mesi di allenamenti quotidiani di 6-8 ore, presso le varie Università dove insegnava il suo Maestro).
Ogni persona può ricavare dallo studio di quest’arte ciò che desidera, liberamente, senza alcuna forzatura (nel rispetto delle regole). L’Aikido può permettere a tutti di imparare, purché vi sia curiosità e piacere nella pratica. I veri nemici dell’Aikido sono pochi, ma davvero insidiosi… Nemiche sono l’indolenza, l’incostanza e l’impazienza. Subdolo è pure l’orgoglio che per sua natura, blocca ogni forma di crescita. L’apprendimento dovrebbe andare di pari passo con il divertimento, in questo modo tutto, magicamente, arriverà da sé.
Simone Rolandi
Responsabile di Dojo