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Il SISTRI (SIStema di Tracciabilità dei Rifiuti): lo specchio del nostro paese

Chiaramente il titolo è provocatorio, ma avete mai provato a fare un parallelo tra la storia del SISTRI (SIStema di Tracciabilità dei RIfiuti) e quella dei Governi del nostro Paese di questi ultimi anni? Precarietà a confronto…

Altra provocazione, o forse meglio dire una battuta: è colpa della precarietà dei Governi se il SISTRI non ingrana o è colpa del SISTRI se stiamo vivendo una delle crisi economiche più gravi degli ultimi 50 anni?

Fatto sta, che se elencassi le parole: proroga, sospensione, abrogazione, riemanazione, senza scrivere il soggetto, potremmo stare parlando di entrambe. Il SISTRI, probabilmente, ha illuso e sta ancora illudendo chi veramente aveva creduto in una semplificazione burocratica, non da poco, del Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti. Ma quale è veramente il problema? Io non ho una risposta, ma se, da potenziale fruitore del SISTRI, ripenso alla sua storia dal momento della sua nascita, vedo solo una grandissima confusione.
L’unica consolazione è che vi è un’ulteriore conferma del II Principio della Termodinamica, ovvero che l’entropia (volgarmente “il disordine”) di un sistema isolato, tende ad aumentare nel tempo.

Per questo, mia opinione personale, è che forse occorre fermarsi veramente un momento e rimettere ordine ad un sistema che, dal 2010, ha fatto spendere alle PMI italiane circa 500 milioni di Euro. In un Paese dove pervade una profonda crisi economica e dove il fatturato dell’ecomafia è di circa 16,7 miliardi di Euro (fonte: Legambiente.it), proprio non ci si può permettere di avere un sistema così poco efficiente e lontano dall’essere la soluzione del problema rifiuti.

Del resto, già la costruzione dell’acronimo SISTRI (SIS tema di T racciabilità dei RI fiuti) doveva far venire qualche dubbio, non essendo proprio limpidissima…



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