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LA PRIMA INTERVISTA SUL TEMPORARY MANAGEMENT DI GIORGIO ROVER

Negli anni ’90 , mi trovai di fronte alla mia prima intervista sul Temporary Management: ero tanto emozionato. Era un palcoscenico virtuale, un’opportunità per raccontare la mia passione scintillante.


Le parole danzavano, come note di un’orchestra invisibile, e io ero il direttore d’orchestra. Le domande erano le partiture, e io le interpretavo con fervore, cercando di trasmettere la melodia della mia anima e la mia passione .


La telecamera mi scrutava avida. Ero un giovane sognatore , con il cuore in tumulto e la voce incerta, ma con un fuoco ardente che bruciava dentro di me. Avevo abbandonato lo status di dirigente per inseguire un mio sogno, alimentato dalla voglia di rendermi utile.


“Temporary Management,” un fuoco ardente che scioglie la complessità come neve al sole. L’imprenditore è un capitano in mare aperto, e io, la sua bussola. Ogni progetto, un canto nuovo, una sinfonia di passione.


Oggi, 30 anni dopo , il mondo è un caleidoscopio di cambiamenti. La fiamma dentro di me brucia ancora, l’entusiasmo non si è spento. Temporary Management: la mia tela, dove dipingo soluzioni, colori e speranze .