ANSIA PANICO PAURA - articolo a cura del Dr. Biserni Andrea Psicoterapeuta Arezzo Perugia provincia
ANSIA, PANICO, PAURA:
QUANDO L’ANSIA DIVIENE PATOLOGICA?
E QUANDO SI PARLA DI DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO ?
Articolo a cura Dr. Biserni - www.andreabiserni.it :
I Disturbi d’Ansia sono molto diffusi. Tutti questi disturbi sono accomunati dalla significativa presenza di ansia e paura . Mi sembra pertanto utile analizzare brevemente queste due emozioni, anche per comprendere quando esse possono assumere un carattere patologico. La paura è una reazione psicofisica ad un pericolo immediato (minaccia imminente), ci mette in grado di allontanarci o difenderci rapidamente da ciò che ci minaccia (reazione ancestrale, fisica e mentale, di attacco - fuga). Mentre la paura è suscitata da stimoli o segnali provenienti dal mondo esterno, l’ansia è elicitata da processi simbolici cognitivi. L’ ansia corrisponde infatti al senso di apprensione che si prova nel prevedere un problema (minaccia futura). L’ansia può avere in sé qualcosa di indeterminato, quando non si avvertono chiaramente i contorni del pericolo futuro presentito. Se presente in piccola quantità, l’ansia può essere adattiva contribuendo ad attivare ed allertare l'individuo, prepararandolo a reagire al meglio, quando si prevede un pericolo e/o una situazione prestazionale in cui occorra un aumento di attenzione ed attivazione neuro-fisiologica (ad esempio prima di un esame). Sia la paura sia l’ansia sono reazioni selezionate nel corso dell’evoluzione per il loro valore adattivo, sono infatti collegate al cosiddetto meccanismo di attacco/fuga che è la reazione psicofisica, geneticamente determinata, al pericolo [1] : «la concentrazione, la vigilanza e la forza fisica che sperimentiamo quando è attivato il meccanismo di attacco/fuga possono anche aiutarci ad affontare meglio alcune situazioni molto impegnative». Entrambe queste emozioni implicano infatti arousal , ovvero lo stato di attivazione psicofisiologica dovuto all’azione del sistema nervoso simpatico, anche se nell’ansia il livello d’arousal è più basso rispetto alla paura. Va detto che, a differenza di quanto accadeva nel nostro passato ancestrale, oggi ad elicitare ansia e paura sono più eventi vissuti come minacce all’autostima e alla sicurezza psicologica piuttosto che situazioni costituenti possibili minacce all’integrità fisica. Adottando una prospettiva dimensionale, si può affermare che entrambe queste emozioni perdono la loro funzione adattiva quando sono quantitativamente sproporzionate e pervasive, al punto di occupare buona parte dell’attività psichica. In tal caso, non essendo più adeguate alle reali circostanze di vita ed anzi determinando sofferenza soggettiva e compromissione del funzionamento (sociale, lavorativo) della persona, paura ed ansia divengono patologiche, configurando i vari Disturbi d’Ansia.
Nel Disturbo da Attacchi di Panico l’ansia è collegata ad Attacchi di Panico ricorrenti. Un Attacco di Panico corrisponde ad un periodo preciso durante il quale, in assenza di vero pericolo, vi è l'insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati ad una sensazione di catastrofe imminente. L'attacco ha un inizio improvviso e perviene rapidamente all'apice (di solito in 10 minuti o meno).
Molto spesso durante l’attacco sono presenti sintomi cognitivi come paura di morire oppure di impazzire o di perdere il controllo , e sintomi fisici come palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento. Durante questi attacchi possono comparire tra l’altro fenomeni di depersonalizzazione ( esperienza di avvertire se stessi, la propria coscienza, come separati o ad un’insormontabile distanza dalle proprie percezioni, azioni, emozioni o pensieri ) e derealizzazione ( l’esperienza di avvertire ciò che ci circonda e i suoi abitanti non abbastanza reali, un po’ come se si stesse vivendo un sogno in cui il mondo è privo di sostanza ). Spesso è presente anche un desiderio urgente di fuggire dal luogo in cui sta sperimentando l'attacco di panico [2] .
In specifico i sintomi somatici che possono accompagnare l'attacco di panico sono:
• tachicardia o palpitazioni;
• sudorazione;
• brividi o vampate di calore;
• sensazione di soffocamento;
• parestesie (sensazione di torpore o formicolio);
• tremori;
• dolore o fastidio al petto;
• nausea o disturbi addominali;
• sensazione di instabilità o di svenimento.
Si tratterà di un vero e proprio attacco di panico quando sono comparsi almeno quattro dei sintomi cognitivi e/o fisici succitati. Se i sintomi sono meno di quattro pur soddisfacendo tutti gli altri criteri diagnostici per l’attacco di panico, si parlerà di attacco paucisintomatico oppure di sintomi di tipo panico . Complessivamente l'attacco di panico può durare mezz’ora o più e, al termine della crisi, possono permanere sensazioni fastidiose di cefalea, tensione muscolare, apprensione, con fenomeni di depersonalizzazione e derealizzazione che, a volte, durano più a lungo [3] .
Articolo a cura del Dr. Biserni Andrea - Tel. 347 4454271 - Studio di Psicologia Psicoterapia e Sessuologia - www.andreabiserni.it
Riceve ad Arezzo centro, Umbertide (Perugia), infine a Sansepolcro (Arezzo) presso il proprio studio principale, vicino Città di Castello (Perugia) e San Giustino (la zona è infatti quella della Valtiberina, territorio che si estende per metà nella provincia di Arezzo e per l'altra metà nella provincia di Perugia) .
[1] Vedi: BORGNA E. (1997), Le figure dell’ansia , Feltrinelli, Milano; D’URSO V. – TRENTIN R. (1998), Introduzione alla psicologia delle emozioni , Laterza, Milano.
[2] AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION (2000), op. cit.
[3] Ivi.