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Cervello schiavo degli ZUCCHERI.

Attenzione alle diete che fanno fare la fame, il cervello potrebbe reagire tuffandosi su torte e pasticcini. Lo dicono i ricercatori di Yale e della University of Southern California (Stati Uniti) che hanno confermato la regola biologica: se i livelli di zucchero calano troppo, alcune aree del cervello perdono il controllo e non riescono a frenare lo stimolo della fame.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Investigation , si è basato su immagini del cervello di alcuni volontari, ai quali i ricercatori hanno condizionato e misurato i livelli di glucosio in circolo nel sangue. Quando lo zucchero va giù, l’ipotalamo, cabina di regia delle emozioni, rivela il cambiamento. A ruota, altre due aree cerebrali, l’insula e il corpo striato, legate al circuito della ricompensa, si allarmano e inducono il desiderio di cibo. Infine, la reazione più evidente è quella della corteccia prefrontale, che in mancanza di zucchero non riesce a contrastare i segnali di appetito che arrivano dalle “retrovie”.


Saltare i pasti o mettersi a stecchetto può produrre, quindi, l’effetto opposto a quello sperato: meglio mangiare poco e spesso, spiegano i ricercatori. "La nostra corteccia prefrontale è una spugna per il glucosio", spiega Rajita Sinha, tra gli autori dello studio.


Inoltre, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti tre tipi di cibo: cibi grassi, cibi ipocalorici e foto non alimentari. Se ai partecipanti obesi venivano mostrati alimenti ipercalorici, il loro cervello aveva un’attività maggiore. “Gli individui obesi possono avere una limitata capacità di inibire l'impulso che porta a mangiare, soprattutto quando i livelli di glucosio scendono al di sotto normale", commenta Kathleen Page, della University of Southern California.