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Obeso 1 italiano su 10, sovrappeso il 46%

Ormai si parla di «epidemia obesità»: a essere obeso è infatti il 10% degli italiani, circa 6 milioni di persone. E uno su tre è sovrappeso. Per un totale di 46 persone che ogni 100 litiga quotidianamente con la bilancia . Vent'anni fa, nel 1990, erano 36: il che significa che, in soli due decenni, si è arrivati a conteggiare un 10% in più di soggetti sovrappeso e obesi. Gli uomini soffrono per il peso più delle donne: sono infatti il 56% ad avere problemi con girovita e affini, contro il 43% delle donne (nel 1990 erano rispettivamente 43% e 29%). A completare il quadro, il dato sui bambini: l'Italia è il Paese che detiene il primato europeo di ragazzini tra i 9 e gli 11 anni sovrappeso e obesi. I dati sono emersi nel corso della presentazione dell'edizione 2011 dell'«ObesityDay», che si celebrerà anche quest'anno il 10 ottobre, giornata ideata dall'Associazione Italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) per informare sulle problematiche legate all'obesità e per dare consigli a chi combatte quotidianamente contro l'aumento di peso.



«Fino a oggi la comunità scientifica ha sempre colpevolizzato il singolo soggetto che, sovrappeso, doveva dimagrire - spiega Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione Adi e coordinatore del progetto 'Obesity Day' - mentre più si va avanti, più ci accorgiamo che il problema riguarda tutta la società. Consumiamo troppo cibo rispetto al dispendio energetico che quotidianamente dobbiamo utilizzare per affrontare i nostri impegni». Aumenta il numero di chi trascorre la pausa pranzo davanti al pc, senza fare neanche lo sforzo di raggiungere la mensa o il bar più vicino. E sempre più spesso non ci si alza dalla scrivania per parlare con i colleghi: gli si manda una mail. «Siamo sempre più pigri - osserva Fatati - e questo non aiuta a combattere l'aumento di peso».
Anche la crisi ha le sue responsabilità. Nonostante si compri meno e si sprechino quantità di cibo inferiori rispetto al passato, si continua a ingrassare. «Da un lato perché si tende ad acquistare cibi più economici che, spesso, sono anche più grassi e meno salutari - spiega Fatati -. Dall'altro lato, poi, ci sono molte persone che, a causa del momento economico sfavorevole, si sono ritrovate senza impiego o con seri problemi di lavoro. E in questi casi si tende a mangiare di più come forma di compensazione dello stress subito».



Le diete vecchio tipo, quelle che colpevolizzano, basate sui concetti di «senza» e di divieti di diverso tipo non portano a nulla, spiega Fatati. «Vietando qualcosa non si fa altro che far aumentare la voglia di consumare quel qualcosa. La dieta mediterranea, per la quale siamo famosi in tutto il mondo, funziona proprio perché permette di mangiare un poco di tutto, senza divieti. Deve essere moderata, varia - e quindi comprendere tutti gli alimenti - e tipica - sfruttare cioè il più possibile gli ingredienti tipici della regione». Non esistono cibi vietati: anche le merendine e le bibite dolcificate possono essere consumate tanto dagli adulti, quanto dai bambini: «Il vero problema - spiega - sono e rimangono le quantità».



Non solo obesità. Il grasso in eccesso va combattuto anche perché può essere portatore di altre patologie come l'ipertensione, la dislipidemia, disfunzioni respiratorie e il diabete di tipo 2, quello dell'età adulta. In particolare il legame con il diabete 2 si è fatto sempre più stretto negli ultimi anni: «Il 90% dei diabetici è obeso - spiega Sergio Leotta, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Dietologia, diabetologia e malattie metaboliche dell'Ospedale Sandro Pertini di Roma - tanto che si parla ormai di 'diabesità', proprio a voler sottolineare lo stretto rapporto tra le due patologie».