EFFICACIA E MECCANISMO D’AZIONE DELLA LOZIONE RADICCHIO NEL TRATTAMENTO DI ALOPECIA ANDROGENETICA
Gli ingredienti attivi contenuti nel “Cichorium Intybus” sono stati studiati per valutare la loro efficacia nel trattamento dell’alopecia androgenetica e per la cura del capello. I loci del DNA geneticamente programmati del recettore citosolico del bulbo del capello, che sono portatori del carattere dell’alopecia androgenetica è stato già parzialmente dimostrato dalla presenza del gene responsabile per il carattere.
Una terapia efficace deve avere la capacità di ridurre la trasformazione intrafollicolare del diidrotestosterone e prevenire la captazione recettoriale, esercitando simultaneamente un’attività sull’adenil-ciclasi-CAMP-proteinachinasi-glicolìsi e sul metabolismo energetico del tricocheratinocita.
A questo scopo, il Servizio Tricologico, al Centro Resnati, Ospedale San Raffaele, Milano, ha intrapreso una ricerca sull’efficacia di un estratto di “Cichorium Intybus” in una soluzione glicoalcolica in un trattamento di un maschio (2° e 3° grado Hamilton) e una femmina (1 °e 2° grado secondo Luddwing) ‘affetti” da alopecia androgenetica (perdita di capelli). Lo studio venne realizzato in condizioni di doppio cieco contro una soluzione nota (placebo) usata come controllo, su un totale di 30 pazienti. I risultati ottenuti durante la ricerca sugli effetti del prodotto hanno dimostrato l’efficacia dei suddetti principi attivi non sistematici nel trattamento dell’alopecia androgenetica, in modo particolare la sua capacità di modificare i principali parametri coinvolti nel processo.
Infatti, c’è una singolare modifica nei valori registrati per la percentuale dei bulbi in anagen e del rapporto anagen/telogen delle regioni frontali/vertice del capo, avvalendoci dell’uso del fototricogramma.
Significante è anche l’incremento del capello situato nell’ area frontale/ vertice del cuoio capelluto. Il diametro del fusto del capello, è certamente uno dei più indicativi parametri dell’attività della stimolazione del tricocheratinocita. Il principale valore di base di 0.05 mm cambia a 0.09 mm dopo il trattamento con un miglioramento del 48% nell’area frontale/vertice del capo.
GLI STUDI CLINICI EFFETTUATI
Al fine di valutare la reale efficacia e tollerabilità del Trattamento Radicchio nella cura delle disfunzioni del cuoio capelluto sono stati svolti degli studi clinici, che qui vengono brevemente riportati.
Lo studio eseguito dal Dottor Simioni Francesco , specialista in dermatologia e venereologia, ha preso in considerazione 50 soggetti, uomini e donne, d’età media 23,5 anni, che presentavano un’alopecia di tipo androgenetico ed altri ed altri sintomi ad essa correlati (seborrea, forfora grassa secca, perdita eccessiva di capelli). Ai pazienti è stato applicato il Trattamento Radicchio per tre mesi, seguendo le modalità d’impiego date dal produttore e durante questo periodo essi sono stati seguiti e visitati dal Dottor Simioni. Al termine dell’esperimento è stata redatta una valutazione finale:
“I fenomeni in oggetto del nostro studio, ed in modo particolare l’alopecia di tipo androgenetico sono conseguenza di una particolare situazione costituzionale, non reversibile. Ciò nonostante i risultati che abbiamo ottenuto possono considerarsi soddisfacenti; infatti, le percentuali di miglioramento dei tricogrommi (analisi computerizzata del copillizio) dopo tre mesi variano:
per la fase ANAGEN del 35%;
per la fase TELOGEN del 60%.
Abbiamo inoltre apprezzato un netto miglioramento dell’untuosità e della forfora e un parallelo incremento della crescita dei capelli a partire dal terzo mese circa. Il trattamento in esame è quindi da considerare valido, e, se condotto con costanza, rappresenta un pilastro contro l’evoluzione irreversibile verso la calvizie’ Dott. Simioni Francesco
Un secondo studio è stato condotto presso il Servizio Medico di Tricologia dell’Ambulatorio Resnati dell’ospedale San Raffaele dì Milano, sotto la responsabilità del Dottor Fabio Rinaldi.
In questo caso sono stati reclutati 26 soggetti d’ambo i sessi, d’età compresa tra i 18 e i 50 anni, che presentavano casi d’alopecia androgenetica. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il gruppo A è stato trattato con il Trattamento Radicchio, il gruppo B è stato trattato con una lozione placebo, fornita dallo sperimentatore.
Per tutta la durata dell’esperimento (3 mesi) i soggetti sono stati sottoposti ad una serie di accertamenti clinici e strumentali (valutazione dermatologica dello stato della cute e del capillizio, tricogramma, valutazione microscopica del fusto dei capelli, sebometria, valutazione del pli cutaneo) che sono serviti a compilare una valutazione finale:
“La differenza tra i dati ottenuti nel gruppo A (principio attivo) e gruppo B (placebo) è evidente: i risultati positivi nel gruppo A raggiungono circa il 90% rispetto il 20% del gruppo trattato con placebo.
Senza dubbio è possibile concludere che l’applicazione costante della soluzione testata è stata in grado di:
- Arrestare la caduta dei capelli;
- Aumentare il numero dei bulbi in fase anagen;
- Ridurre i bulbi in fase anagen distrafica;
- Aumentare il diametro dei fusti con effetti positivi sull’alopecia androgenetica maschile e femminile”. (Prof. Rinaldi Fabio)
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