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Incensi naturali, il benessere nell’aria



L’uso di bruciare incenso si è molto diffuso, in questi ultimi decenni, anche in Italia. Accendere un bastoncino di incenso o bruciare delle resine ha infatti influenze positive sulla persona e sull’ambiente. Vengono riconosciuti alla fumigazione mediante incenso effetti stimolanti, calmanti, armonizzanti ed equilibranti, apportatrici di un pensiero ed emozioni positive. Gli incensi possono inoltre essere usati per attività più pratiche, come la purificazione di stanze ed ambienti, grazie alla loro funzione antisettica, antibatterica, insettorepellente e antivirale.


Con il termine incenso intendiamo genericamente la resina secreta da alcune specie arbustive tipiche delle zone più meridionali della penisola arabica e delle coste dell’Africa orientale. Tra le varie specie dalle quali si estrae la preziosa sostanza, attraverso l’incisione della corteccia, le principali sono quelle del genere Boswellia come la Boswellia papyrifera o la più nota Boswellia sacra, un piccolo albero a foglia caduca che raggiunge un’altezza compresa tra i 2 e gli 8 metri e che richiede una decina di anni per cominciare a produrre la resina profumata. Sono alberi molto resistenti, in grado di svilupparsi in condizioni di grande aridità, in terreni sassosi e perfino a quote maggiori di 1000 metri.


Nell’antichità, l’incenso veniva bruciato perché era considerato il tramite tra il cielo e la terra e c’era la convinzione che potesse far arrivare alle divinità le richieste e le preghiere intonate dagli uomini, per questo veniva utilizzato anche nelle pratiche religiose e a scopo propiziatorio.
C’era addirittura la famosa “via dell’incenso” (che dall’India arrivava fino a Roma) che veniva percorsa in continuazione, per assicurarsi il prezioso rifornimento.
Dell’incenso se ne legge nella Bibbia, nel Corano, nel Libro dei Re e, come tutti sanno, fu uno dei regali fatti dai re Magi per la nascita di Gesù.


In tutte le antiche culture del mondo ci sono riferimenti al suo uso: l’Egitto (come riferisce una iscrizione risalente a 15 secoli prima di Cristo), presso gli Etruschi, i Romani (che lo usavano sia per le case che come omaggio ai defunti), i Maya , in India e Grecia, prima di essere utilizzato in tutte le liturgie della Chiesa.


Anticamente l’incenso si chiamava “olibanum” che significava “purificarsi” e tra le sue valenze c’era anche quella di favorire la cura di malanni, sia psichici che fisici.


Oggi il suo uso maggiore avviene privatamente e nella forma di bastoncino aromatizzato da varie fragranze, sia per dare profumazione e piacere all’ambiente che per favorire la calma, la concentrazione e il pensiero positivo (aromaterapia).


È la compagnia ideale per la meditazione, lo yoga, lo studio, la musica, il massaggio, l’espressione artistica, la consulenza astrologica, proprio per quel suo essere piacevolmente un tramite tra cielo e terra, un filo bianco di pro-fumo in grado di farci perdere la dimensione concreta del tempo, ma di agganciarsi a ricordi e sensazioni dimenticate e di riconnetterci all’armonia universale.


INCENSO PER LA PURIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI


I luoghi in cui viviamo e lavoriamo sono spesso carichi di tensioni, emozioni negative, paure, ansia, dolore, tristezza… Conflitti, litigi, pensieri negativi nostri o altrui saturano ed impregnano gli oggetti che ci circondano e lo spazio in cui viviamo creando intorno a noi vibrazioni negative dannose per la nostra salute e per il nostro benessere psichico e mentale.


Quando gli ambienti in cui viviamo o lavoriamo sono saturi di queste energie negative avvertiamo immediatamente sensazioni di pesantezza ed oppressione, ci sentiamo stanchi e svuotati, talvolta inspiegabilmente agitati o nervosi, perdiamo il sonno, la pace e la salute. In questi casi bruciare incenso può essere di grande aiuto. Da migliaia di anni si ricorre all’uso dell’incenso per eliminare con successo ogni forma di negatività dannosa e per conferire al luogo in cui viviamo una carica positiva e benefica.


INCENSO PER CALMARE E RILASSARE


I profumi delle spezie, delle erbe e delle resine da cui sono composti gli incensi influiscono sul nostro stato d’animo portandoci calma,pace, armonia.
I fumi aromatici aiutano ad allentare tensioni, ansia, stress. Taluni ingredienti hanno un effetto calmante e riequilibrante e possono essere usati per favorire il sonno, rilassare il corpo e distendere la mente.


INCENSO PER STIMOLARE E RIVITALIZZARE


Alcuni incensi hanno proprietà stimolanti e rivitalizzanti. Quando ci sentiamo stanchi, svuotati e senza energia ci aiutano a recuperare forza, entusiasmo, vitalità.


INCENSO PER L’AMORE


Siete perdutamente innamorati ma separati o lontani dalla persona amata: gli incensi e le fragranze profumate in essi contenute possono rafforzare e rendere più profondo l’invisibile legame dell’amore.
La ricerca scientifica ha dimostrato che gli aromi e le intense profumazioni di alcune miscele di incensi sono analoghi ai ferormoni, cioè a quelle secrezioni animali il cui odore ha un forte effetto sulla sessualità. Da molto tempo è noto che gli incensi possono stimolare l’eros e la sessualità. Con gli incensi puoi creare nella tua casa una calda ed invitante atmosfera atta a favorire l’intimità e l’intesa sessuale.


INCENSO PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA


I fumi aromatici che si sprigionano bruciando incenso inducono raccoglimento e riflessione e favoriscono la meditazione e la preghiera.
Per questo motivo le cerimonie religiose sono sempre associate alla pratica della fumigazione.
L’aroma che si sprigiona ha lo scopo di placare i pensieri ed i sentimenti che si agitano in noi e di arricchire il nostro spirito.
Bruciare incenso inoltre potenzia ed amplifica gli effetti delle nostre preghiere.


INCENSO PER LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI


Qualunque sia il vostro problema sedetevi davanti all’incensiere e concentratevi sul problema da risolvere.
Immaginate che il fumo aromatico salendo al cielo, porti con sé il problema nella sfera divina.
Immaginate che il vostro problema si dissolva come il fumo dell’incenso.
Vi stupirete per come vi sentirete alleggeriti e più sereni dopo questa pratica: spesso dopo breve tempo, magari in sogno, si presenta spontaneamente la soluzione del problema.


Oro, incenso e mirra i doni che curano



Rimedi attuali che vengono dal passato


Oro, incenso e mirra sono i tre doni dei Magi al Bambino Gesù. Sono tre doni dal significato simbolico (oro per la regalità del Bambino nato; incenso a ricordare la sua divinità; mirra, usata per la mummificazione, per parlarci del sacrificio e della morte dell’uomo Gesù), ma sono anche tre rimedi medicamentosi.


INCENSO – L’incenso, conosciuto soprattutto per il suo uso durante le cerimonie religiose e funebri, viene estratto dalla Boswellia, pianta dell’antica medicina ayurvedica. Diverse ricerche (fondamentale quella di Edzard Ernst, pubblicata sul British Medical Journal nel 2008) ci hanno confermato la presenza in questa resina di numerose sostanze chimiche dotate di attività antinfiammatoria . La Boswellia si utilizza ormai da molti anni, ottenendo buoni benefici, nei pazienti con colite ulcerosa, Crohn o altre malattie croniche a carico dei bronchi come delle articolazioni. È ben tollerata e consente anche di ridurre il consumo di farmaci.


MIRRA – La mirra tra i doni dei Magi è forse la sostanza più misteriosa , molti neppure sanno cosa sia. Si tratta di una resina ricavata da una pianta tipica di penisola arabica, Mesopotamia e India (le stesse zone dove è d’altronde presente anche la Boswellia). Nell’antichità si usava soprattutto per aromatizzare e conservare le mummie . Il primo lavoro scientifico italiano sulla mirra è stato pubblicato 15 anni fa, su Nature, da Piero Dolora e dai suoi collaboratori del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze, che hanno ben studiato il meccanismo di azione di alcune sostanze chimiche, presenti in questa resina, sui recettori per gli oppioidi, spiegandone così le capacità analgesiche.


L’uso tradizionale, confermato da prove cliniche più recenti, ci consente di sfruttarne pienamente non solo le proprietà analgesiche, ma anche le capacità antinfiammatorie e antisettiche – provate da altri studi scientifici – che si rivelano particolarmente utili nella cura di gengiviti, afte, peridontopatie e nella terapia di ferite e ulcerazioni cutanee. In Arabia Saudita la mirra viene ancora oggi utilizzata per la cura e la protezione del piede diabetico.


Ma mirra e incenso sono stati utilizzati fin dall’antichità come rimedi curativi non solo da singolarmente, ma anche insieme. Il «Balsamo di Gerusalemme», che per la sua attività antinfiammatoria è entrato a far parte di molte recenti farmacopee, è stato formulato, proprio grazie a queste due resine, nel 1719 nella farmacia del monastero di San Salvatore, nella città vecchia di Gerusalemme.


ORO – Se si fosse trattato veramente del prezioso metallo potremmo limitarci a dire che l’oro ha avuto un posto di rilievo nella recente storia della medicina, per la terapia di fondo dell’artrite reumatoide. Ma, invece che di oro, poteva trattarsi della preziosissima polvere di Curcuma, color oro appunto, proveniente sempre dall’Oriente, pregiata sia in cucina, sia nella medicina. Oggi sappiamo che la Curcuma è preziosa perché contiene sostanze antiossidanti particolarmente attive contro i fenomeni infiammatori cronici e nelle varie tappe della trasformazione cancerosa delle cellule. Usata nella pratica clinica su pazienti affetti da psoriasi e da infiammazioni croniche intestinali o reumatiche, la Curcuma suscita sempre maggior interesse tra i ricercatori perché si è visto che può migliorare la risposta di alcuni tumori ai farmaci chemioterapici. Un esempio, tra i tanti, che ci consente oggi di parlare di medicina integrata, piuttosto che di medicina alternativa.


Fonte: “Oro, incenso e mirra i doni che curano” di Fabio Firenzuoli (Direttore Centro di Medicina Integrativa, ospedale Careggi, Università di Firenze) pubblicato su Corriere.it


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Il profumo penetrante dell’incenso che sale verso il cielo richiama gli dei e li informa dell’umile invocazione dell’uomo. Niente più dell’incenso ricorda lo spirito dell’Oriente, il suo senso di mistero e di meraviglia . L’aroma inebriante e la lenta spira di fumo pervadono templi e cibori in tutto il continente e parlano di un luogo diverso, di un tempo diverso. Certo, l’usanza di bruciare incenso non appartiene solo all’Estremo Oriente; questa pratica così diffusa ha colpito tanto l’immaginazione dei primi viaggiatori che i templi buddhisti sono diventati famosi come “dimore dell’incenso” e i monaci come re profumati. Né l’uso è stato limitato alla pratica religiosa. I cinesi se ne servivano per leggere l’ora; le geishe giapponesi per calcolare il prezzo del piacere dei clienti; i tailandesi per curare il più banale raffreddore.


A seconda della forma e della dimensione, che possono essere le più svariate, l’incenso brucia per pochi minuti o per giorni interi. A Hong Kong viene preparato di solito in grandi spirali coniche. In Malesia, Tailandia e Singapore, durante le festività cinesi, viene usato sotto forma di bastoni, grossi come tronchi d’albero; bastoncini sottili si trovano invece un po’ ovunque. A prescindere dalla forma, l’incenso è ancor oggi assai diffuso in Asia – anzi mai come ora – e il gesto di accendere un’essenza fragrante viene ogni giorno ripetuta anche al di fuori di cerimonie e rituali, simbolo di uno stile di vita. Bruciare legni aromatici o resine, gesto essenziale della devozione e della supplica religiosa, è stata una pratica comune a molte culture fin da tempi antichissimi. ” La fragranza dell’incenso che si diffonde e il fumo sinuoso che spande per l’ aree infinito”, scrive un commentatore, hanno stretto un legame simbolico con la preghiera, e fanno dell’offerta un tutt’uno con l’adorazione.


Le origini dell’incenso si perdono nella notte dei tempi, anche se è probabile che esso non sia originario delle culture alle quali oggi viene attribuito. Secondo una delle ipotesi più accreditate, le prime a farne uso furono le antiche civiltà del Medio Oriente, che lo producevano estraendo resine dagli alberi della famiglia Boswellia, copiosi nell’Arabia del Sud e in Somalia. Sumeri e Babilonesi bruciavano queste sostanze credendole dotate del potere di placare le divinità e di purificare i templi. In Egitto, l’incenso è noto fin dai tempi della XVIII Dinastia. Il libro Egiziano dei Morti, il più antico testo scritto che si conosca sulle cerimonie magiche e religiose, dà notizia di come l’uso di bruciare sostanze profumate avesse un significato importante nei riti funebri.


Con lo sviluppo del commercio, le popolazioni lo scoprirono e ne adottarono l’uso, e i regni arabi – Sheba, Hadramat, Quabatan – che lo producevano fecero fortuna esportandolo. Nel prologo dell’Edipo, Sofocle scrive: “La città era frastornata e ingombra di un carosello di suoni e di odori, di mormorii, di inni e di incenso”.


Si dice che a Roma, Nerone, per il funerale della moglie Poppea, avesse ordinato l’equivalente della produzione di un anno di incenso proveniente dall’Arabia. Se è vero che l’incenso era assai diffuso nel Vecchio Continente, fu in Oriente che si affermò veramente, caratterizzando tutte quelle culture. Alcune teorie vogliono che ne sia stato trasmesso l’uso dal Medio Oriente al resto dell’Asia, altre invece parlano di un percorso del tutto indipendente. L’unica cosa certa è che il rito di bruciare legno di sandalo è stato praticato fin dai tempi più remoti in India e perfino in Cina, come riferiscono antichi testi taoisti.


Con il diffondersi del Buddhismo, queste sostanze dall’India penetrarono in tutta l’Asia sud- orientale. In un primo tempo le resine aromatiche più apprezzate nel Medio Oriente furono incenso e mirra , come dimostrano i doni dei Magi al Bambino Gesù, ma se ne fece uso anche nell’Estremo Oriente, provenienti per lo più dall’Arabia. A poco a poco gli addetti alla preparazione degli incensi incominciarono a impiegare molti altri ingredienti, tra cui il sandalo, l’ambra grigia, il basilico, la canfora, i chiodi di garofano, il gelsomino, il muschio e il patchouli.


Interi volumi sono stati dedicati alle composizioni delle varie misture, per spiegarne la popolarità e il significato rituale. Uno studioso giapponese, infatti, ha riordinato e dato nome a non meno di 130 varietà di incensi composti . Spesso queste preparazioni erano segrete e venivano custodite gelosamente: le famiglie che le producevano si guadagnavano l’ammirazione della comunità con formule che ideavano appositamente e che venivano descritte solo in termini molto vaghi: “Miscela di legni profumati e gelsomino tailandese”: così una compagnia di Bangkok definisce il particolare tipo di incenso di sua produzione.


La qualità dell’incenso dipende – e per questo varia molto – dalla qualità degli ingredienti usati. Componente base della pasta d’incenso è la polvere di legno, alla quale si aggiungono quasi sempre resine , trucioli di legno di sandalo , olii di piante ed erbe aromatiche.


Per ottenere i prodotti più esclusivi, e anche più costosi, si fa uso di molti altri additivi, estratti dalla vasta gamma delle fragranze naturali. Oggi è l’India a produrre gli incensi più raffinati e le sue fragranze finemente miscelate vengono esportate in molte parti del mondo . La Cina invece ha fama di essere la più grande produttrice con milioni di bastoncini e serpentine di tutte le dimensioni. Ma in nessun modo questi due Paesi ne detengono il monopolio: la confezione di incensi infatti è assai diffusa in tutta l’Asia sud- orientale, dove una piccola fabbrica, aperta da tempi, continua a prosperare non sfiorata dalle tendenze dell’economia o dai progressi tecnologici. La maggiore parte delle industrie di questo settore sono piccole imprese a conduzione familiare, che , seguendo la tradizione cinese, colorano gli incensi e vi aggiungono una particolare resina fissante che, seccando, indurisce.


L’incenso veniva impiegato anticamente anche per usi ordinari: per scacciare zanzare e altri insetti fastidiosi, eliminare la congestione nasale miscelandolo con erba medica, o semplicemente profumare piacevolmente le dimore dei ricchi. Questa popolarità ha alimentato un intenso commercio di profumi e una fiorente industria di incensi di tutte le possibili varietà, attraverso le varie epoche sino ad oggi. In tutta l’Asia l’incenso continua a diffondere la sua fragranza verso il cielo, mantenendo vivo il legame vitale tra l’uomo e i suoi dei, e facendo da tessuto connettivo tra tutte le culture d’Oriente. E in occidente è oramai diventato di uso comune, sia per chi pratica discipline di ispirazione orientale sia e soprattutto in qualità di fragranza per ambiente.


Incensi dei Chakra


erboristeria-arcobaleno-schio-benessere-aromaterapia-prodotti-incensi-chakra È importante stare qualche ora al giorno in un ambiente che abbia una vibrazione controllata.


Gli incensi Fiore D’Oriente per i Chakra, sono stati realizzati seguendo gli antichissimi insegnamenti Vedici.


Gli Incensi dei Chakra sono studiati appositamente per la terapia energetica.


Ognuno di essi copre un preciso campo vibrazionale, in relazione a uno dei sette Chakra evolutivi. All’interno della busta c’è un segnalibro promemoria.


L’utilizzo costante di queste fragranze aiuta ad armonizzare il sistema energetico.


Si accendono (in condizioni di massima sicurezza) sempre lontano qualche metro dalle persone. Gli incensi servono per gli ambienti e per gli oggetti, quindi non è necessaria la vicinanza con le persone, anzi è sconsigliata.
Va molto bene accenderli prima di uscire, o in una stanza vicina a quella in cui siamo, oppure nella stessa stanza ma non vicino. Inserire sempre il bastoncino in uno specifico portaincensi, oppure in un vaso con sabbia sul fondo, lontano da tende o oggetti che potrebbero essere rovinati.


Ingredienti Masala
miele, polvere di legno pregiato, resine odorose, oli vegetali, erbe, spezie, oli essenziali, bamboo.


Lunghezza sticks: cm 23
Peso di 1 stick: g 1,6 – 1,8
Durata combustione: 65-80 minuti


I chakra sono ponti tra la psiche e il soma, tra l’interno e l’esterno, tra il microcosmo e il macrocosmo . Attraverso il sistema dei chakra, corpo e mente sono in continua comunicazione. La principale funzione dei sette chakra è quella di integrare energia e coscienza. Gli incensi vengono preparati seguendo scrupolosamente le ricette provenienti da antichissime della medicina tradizionale indiana.


Gli impasti sono composti da miele, polvere di legno pregiato, resine odorose, oli vegetali, erbe officinali, oli essenziali, bamboo.


La combustione dura circa 70 minuti, e lascia nell’aria un filo di profumo che rimane per diverse ore, donando pace, serenità e freschezza. Una confezione contiene 20 bastoncini. Garantito senza sostanze tossiche.


TUTTI I PRODOTTI ALLA PAGINA DEDICATA DEL SITO: //www.erboristeriarcobaleno.it/incensi/



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