Perito esperto in legno consulente tecnico del legno CTU del Tribunale esperto in legno e affini esegue perizie sul legno Claudio Sammarco
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Caserta Via Eugenio Ruggiero 20 Claudio Sammarco
Consulente tecnico del legn o C.T.U. del Tribunale Esperto in legno e Parquet
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Il consulente tecnico d’ufficio (C.T.U) è la figura professionale, prevista dall’ordinamento, dal quale il giudice o la parte può farsi assistere per il compimento di singoli atti o per tutto il processo.
In materia penale si dice consulente tecnico il consulente di parte, mentre l’esperto nominato dal giudice si dice perito.
Presso i tribunali è istituito l’albo dei consulenti tecnici in materia civile e quello dei periti in materia penale.
Ai CTU e ai periti spetta un compenso. La liquidazione è effettuata con decreto di pagamento, motivato, del magistrato che procede.
Albo dei consulenti tecnici d’ufficio in materia civile
L’albo è tenuto dal presidente del tribunale e tutte le decisioni relative all'ammissione sono prese da un comitato da lui presieduto e composto dal procuratore della Repubblica e da un professionista iscritto nell'albo professionale, designato dal Consiglio dell'ordine o dal collegio della categoria a cui appartiene chi richiede l'iscrizione.
L’albo dei CTU è diviso in categorie e vi sono sempre comprese la categoria medico-chirurgica, industriale, commerciale, agricola, bancaria, assicurativa.
Ogni quattro anni il comitato procede ad una revisione dell’albo per eliminare i consulenti per i quali è venuto meno uno dei requisiti previsti per l’iscrizione o è intervenuto un impedimento a esercitare l’ufficio.
Per ottenere l’iscrizione è necessario essere in possesso di una speciale competenza tecnica in una determinata materia, essere di condotta morale specchiata ed essere iscritti nelle rispettive associazioni professionali.
Non si può essere iscritti in più di un albo.
I giudici che hanno sede nella circoscrizione di un determinato tribunale devono normalmente affidare gli incarichi ai CTU iscritti nell’albo dello stesso tribunale.
Il giudice però, trattandosi di un ausilio tecnico per il quale è fondamentale il rapporto fiduciario, ha la facoltà di nominare anche esperti non compresi nell'albo del tribunale, o persona non iscritta in alcun albo, ma deve motivare la scelta.
Albo dei periti in materia penale
L’albo è tenuto dal presidente del tribunale e tutte le decisioni relative all'ammissione sono prese da un comitato da lui presieduto e composto dal procuratore della Repubblica, dal presidente del consiglio dell’ordine forense, dal presidente dell’ordine o del collegio a cui appartiene la categoria di esperti o da loro delegati. Il comitato decide sulle richieste di iscrizione e di cancellazione.
L’albo è diviso in categorie. Sono sempre previste le categorie di esperti in medicina legale, psichiatria, contabilità, ingegneria e relative specialità, infortunistica del traffico e della circolazione stradale, balistica, chimica, analisi e comparazione della grafia.
Il comitato provvede alla revisione dell’albo ogni due anni. A seguito della revisione vengono cancellati gli iscritti per i quali è venuto meno uno dei requisiti previsti per l’iscrizione (art. 69 norme att. cpp) o è sorto un impedimento a esercitare l’ufficio di perito.
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Il consulente tecnico d'ufficio (o CTU) svolge la funzione di ausiliario del giudice lavorando per lo stesso in un rapporto strettamente fiduciario nell'ambito delle rigide e precise competenze definite dal Codice di procedura civile. Scopo del CTU è quello di rispondere in maniera puntuale e precisa ai quesiti che il giudice formula nell'udienza di conferimento dell'incarico e di relazionarne i risultati nell'elaborato peritale che prende il nome di Consulenza Tecnica d'Ufficio; può essere chiamato a "chiarimenti" (verbali o per iscritto) dal Tribunale.
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Qualunque sia il caso nel quale è richiesto l'intervento del CTU, questi deve assolvere il compito fondamentale di "bene e fedelmente adempiere alle funzioni assegnategli, al solo scopo di far conoscere al giudice la verità" e tutelare il contraddittorio, ovvero consentire alle Parti (e/o rispettivi Procuratori e/o rispettivi Consulenti Tecnici di Parte o CTP) di intervenire alle operazioni peritali e proporre istanze ed osservazioni. Deve rispondere alle domande poste dal "quesito", senza esorbitare, motivando ampiamente dal punto di vista tecnico le risposte che presenta. Nella relazione, dopo una prima parte di esame tecnico, ove si indicano i dettagli minuti, si formulano usualmente delle risposte "sintetiche" alle domande poste. In particolare è importante che il CTU faccia sempre riferimento a dati certi e ritualmente prodotti in atti: è precluso (se non dietro espressa autorizzazione del Tribunale) acquisire elementi agli atti non già versati dalle parti a meno che siano atti pubblici, ovvero da tutti consultabili e conoscibili. Si tratta di un limite analogo a quello previsto per il Tribunale, il quale decide sugli elementi ritualmente utilizzabili.
Il CTU dunque, in qualità di "tecnico ausiliario" del giudice, fondamentalmente deve:
rispondere ai quesiti effettivamente posti, senza esorbitare. Nel caso sorgano questioni, ad esempio in riferimento all'interpretazione del quesito, farle dirimere direttamente al Tribunale, eventualmente sentite le Parti in Udienza;
essere assolutamente obiettivo nell'espletamento dell'incarico, differenziando i fatti dalle opinioni: è possibile infatti che il CTU - quando richiesto - esprima valutazioni e considerazioni soggettive;
adottare il medesimo "metro" con le argomentazioni delle Parti (rigido, oppure flessibile, evitando "due pesi e due misure")
confrontarsi con i rispettivi consulenti di parte se nominati;
chiedere eventualmente al giudice come agire qualora si verifichino circostanze non previste al tempo del conferimento dell'incarico (ad es. spese considerevoli da sostenere per l'incarico e per eventuali indagini);
può richiedere (ed essere autorizzato) a giovarsi di un cosiddetto "ausiliario", fermo che la responsabilità integrale delle conclusioni rassegnate nella relazione finale è solo e solamente del CTU.
I Consulenti Tecnici d'Ufficio sono iscritti - dopo una procedura di accertamento dei requisiti morali e dell'esperienza professionale quale ad es. l'iscrizione da un congruo periodo di tempo presso l'albo degli esperti delle Camere di Commercio o ad un Ordine o Collegio professionale - all'interno di specifici albi, suddivisi per categorie (ad esempio: architetti, ingegneri, geologi, agronomi, periti agrari, periti industriali, geometri, interpreti traduttori, biologi, grafologi, medici, medici veterinari, esperti in mobili ed antiquariato, esperti in musica, ecc) tenuti dai tribunali.
Il giudice, trattandosi di un ausilio tecnico per il quale è fondamentale il rapporto fiduciario, ha la facoltà di nominare CTU anche esperti non compresi nell'Albo del Tribunale, a patto che ne motivi il ricorso anche sinteticamente (spesso si usa la formula "noto all'Ufficio"). In questo caso il Consulente chiamato dal Giudice non è obbligato ad accettare l'incarico e può rinunciarvi anche in assenza di particolari motivi.
Il Consulente Tecnico d'Ufficio, se nominato dal Giudice tra gli esperti iscritti all'Albo, è obbligato a svolgere il mandato a meno che non ricorrano le particolari motivazioni previste dal CPC per le quali lo stesso ha facoltà di rinunciare all'incarico (ad esempio: parentela con una delle parti in causa, aver già prestato l'opera di CTU in un precedente grado di giudizio nella stessa causa, ecc).
L'accettazione dell'incarico comporta un giuramento di rito nel quale il Consulente
« Giura di bene e fedelmente adempiere le funzioni affidategli al solo scopo di far conoscere al giudice la verità »
È uso frequente (odierno) che il CTU - sempre su disposizione del Tribunale - esperisca un tentativo di conciliazione tra le Parti e, soprattutto, ai sensi dell'art. 195 cpc deve, preventivamente, inviare la bozza della propria relazione alle parti per riceverne le osservazioni, da commentare sinteticamente nella versione definitiva della relazione di consulenza tecnica d'ufficio che verrà, poi, depositata in cancelleria, nei tempi assegnati dal giudice, comprensiva delle osservazioni delle parti e della sintetica risposta alle stesse. Questa "innovazione" ha lo scopo di accelerare (almeno teoricamente) il Procedimento, in quanto viene "risparmiata" un'udienza per "esame CTU" (frequente fino a pochi anni fa).
Esiste una normativa precisa che regola gli obblighi (e le responsabilità) del CTU in ordine alle informazioni delle quali è venuto in possesso durante la sua attività (gestione della "privacy" delle Parti).
Il compenso del CTU (nel rito civile), solitamente, è posto a carico solidale delle Parti (ogni parte può essere chiamata a saldare il tutto) e nei procedimenti d'urgenza o cautelari è messa a carico della parte ricorrente; spesso il giudice dispone il versamento di un fondo spese anticipato a favore del CTU. Esiste una metodologia particolare per la determinazione del compenso spettante, che dipende dalla tipologia di consulenza esperita. Per alcune, infatti, la Legge prevede tariffe fisse o a percentuale variabili, per scaglioni, da un minimo ad un massimo sul valore della controversia; per altre il compenso è calcolato "a vacazione" (la vacazione è di due ore e non se ne può esporre più di quattro a giorno).
Nel determinare gli onorari variabili il giudice tiene conto della: difficoltà, completezza e pregio della prestazione fornita e, per le prestazioni di eccezionale importanza (valore della controversia > > di 500.000, 00 €), complessità (alto numero di quesiti assegnati) difficoltà (ad esempio molte parti costituite in atti) gli onorari possono essere aumentati sino al doppio.
Il CTU, contestualmente al deposito dell'elaborato in Cancelleria, consegna la "richiesta di liquidazione" del proprio onorario e spese.
Il Tribunale, dopo aver valutato la congruità della richiesta, o averla eventualmente ridotta, emette il "decreto di liquidazione" il quale, dopo 30 giorni dalla notifica, diventa titolo esecutivo.
Per interagire con un ufficio giudiziario, col processo telematico, il CTU deve essere iscritto al registro generale degli indirizzi elettronici.
Consulente tecnico di parte[modifica | modifica wikitesto]
La consulenza giudiziaria può anche prevedere l'intervento di altri professionisti che svolgono la propria opera non tanto per il giudice quanto per le parti in causa: il loro ruolo è detto consulente di parte (CTP). Il consulente tecnico di parte non è altro che un libero professionista, di regola operante in un determinato campo tecnico/scientifico, al quale una parte in causa conferisce un incarico peritale in quanto ritiene l'incaricato esperto in uno specifico settore. Non esistono tuttavia particolari preclusioni o indicazioni, nel codice di procedura civile, con riferimento ai CTP: talvolta vengono nominati dipendenti stessi di una Parte. In sostanza se un soggetto è coinvolto in una causa pendente o intende intraprenderne una (il caso dell'accertamento tecnico preventivo), incarica una persona di propria fiducia (il consulente di parte appunto) affinché questa affianchi il consulente tecnico nominato dal giudice nell'esecuzione del suo incarico e svolga le proprie osservazioni a supporto o critica del risultato al quale il perito del giudice sarà giunto.
L'art. 201 c.p.c. prevede che:
« Il giudice istruttore, con l'ordinanza di nomina del consulente, assegna alle parti un termine entro il quale possono nominare, con dichiarazione ricevuta dal cancelliere, un loro consulente tecnico.
Il consulente della parte, oltre ad assistere a norma dell'articolo 194 alle operazioni del consulente del giudice, partecipa all'udienza e alla camera di consiglio ogni volta che vi interviene il consulente del giudice, per chiarire e svolgere, con l'autorizzazione del presidente, le sue osservazioni sui risultati delle indagini tecniche. »
In questo modo ciascuna parte in causa, di fronte alla nomina di un ausiliario tecnico da parte del giudice (il CTU infatti aiuta il giudicante nella risoluzione di problemi tecnico/scientifici ai fini della decisione della controversia), può essere difesa in modo appropriato in ragione della specificità delle osservazioni che il CTU, auspicabilmente, porterà all'attenzione dell'organo giudicante.
Il consulente di parte assume un ruolo fondamentale per la risoluzione di questioni che, sempre più spesso, dipendono da valutazioni di carattere tecnico molto precise, operando all'interno di un rapporto professionale completamente disciplinato dal diritto privato. Il consulente tecnico di parte, infatti, è sempre pagato dalla parte che lo nomina (la quale potrà, al limite ed in caso di vittoria in causa, recuperare le spese di causa tra le quali rientrano quelle relative al proprio consulente) ed ha diritto di essere compensato in relazione alla propria parcella professionale (se presente), ma anche in base ad una eventuale convenzione stipulata con il cliente (la quale dovrà rispettare pur sempre i minimi previsti dalla propria tariffa professionale, potendo derogare invece ai massimi). Va precisato che, in ogni caso, è sempre il Giudice a decidere (nel caso di contestazione) quale sia il "giusto" compenso del CTP, anche in riforma delle eventuali tariffe professionali.
L'incaricato dalla parte non deve necessariamente essere iscritto ad un albo professionale poiché il rapporto tra la parte che lo nomina e il consulente è, più che altro, di natura fiduciaria. È tuttavia usuale, nonché logico, che vengano nominati professionisti esperti per tipologia di operazione (es. ingegneri, informatici, medici etc). La nomina di consulenti di parte è una facoltà, e non un obbligo, delle Parti le quali possono partecipare sempre ad ogni esame ed operazione peritale in prima persona (se lo desiderano).
Al contrario del consulente tecnico nominato dal giudice, il perito di parte non deve neppure prestare giuramento (come avviene per i CTU in una apposita udienza) e non è tenuto a motivare il rifiuto di un incarico perché tutto ciò rientra nelle sue piene facoltà. Usualmente il CTP presenta osservazioni verbali e/o scritte al CTU il quale, tuttavia, può non aderirvi; quest'ultimo deve comunque darne conto nella relazione depositata in atti.
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Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Il parquet (italianizzato in tassellato durante il fascismo) è una pavimentazione composta dall'assemblaggio di singoli elementi di legno con spessore minimo di mm 8 prima della posa. Si distingue per: tipo di legno (rovere, doùssie, ulivo, iroko, afrormosia, teak, ecc.) - tipo di posa (a correre, a tolda di nave, a lisca di pesce etc. ) - qualità (definita in base alla direzione della fibratura ed alla presenza di difetti quali stonalizzazione, nodi, alburno, fori di insetti etc.)Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Si distingue anche per le dimensioni delle liste (quali pavimenti industriali, ovvero piccole liste con spessori generalmente da 10 a 22 mm composti a quadrotte tenute assieme da nastro adesivo; mosaico, tipologia oramai in disuso composto da piccole liste di spessore 8 mm a formare quadrotte incollate su rete o carta; lamparquet, composto da liste di 10 mm di spessore con larghezze variabili da 50 a 75 mm e lunghezze da 200 a 600 mm; listoncino, liste da 14 mm di spessore con larghezze da 70-75 mm e lunghezze da 350 a 600 mm; listoni, lavorati a maschio e femmina generalmente sui 4 lati di spessore 20-22 mm larghezze da 90 a 150 mm e oltre, lunghezze da 600 a oltre 2 metri).Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Oltre ai suddetti pavimenti tradizionali in legno massiccio monostrato sono sul mercato i cosiddetti pavimenti multistrato prefiniti (pre-verniciati, pre-oliati, ecc.) composti da uno strato superiore in legno nobile (minimo 2, 5 mm) incollato su un supporto in legno dolce che può essere in multistrato o lamellare. Legni nobili comunemente usati sono: rovere, doussiè, wenge, olivo, noce, iroko, teak, merbau, afrormosia, (faggio), viene utilizzato anche il bambu.Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Per impieghi non inpegnativi, sono disponibili elementi prefiniti totalmente in materiale sintetico, la superficie si presenta molto simile al legno sia alla vista che al tatto, dato l'economicità del materiale e la produzione in grandissima serie, il costo è sensibilmente inferiore ai prodotti in legno. Il parquet può essere posato a terra incollato (colle viniliche o bi-componenti), inchiodato (nella tipologia "listoni") o galleggiante.Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Il legno è il materiale ricavato dai fusti delle piante, in particolare gli alberi ma anche arbusti. Queste piante perenni, sono caratterizzate dall'avere fusto e rami che crescono concentricamente verso l'esterno di anno in anno e di avere i tessuti composti essenzialmente da cellulosa e lignina. Le piante che non producono legno sono dette erbacee e includono tutte le piante annuali, molte perenni e molte piante acquatiche subacquee e galleggianti. Il legno è prodotto dalla pianta come elemento strutturale, dalle ottime caratteristiche di robustezza e resistenza, ed è per questo impiegato utilmente dell'uomo. Come già accennato, il legno è costituito da fibre di cellulosa trattenute da una matrice di lignina.Perizie consulenze parquet scale pavimenti esperto in legno perito napoli Campania. Il legno è commercialmente classificato in tenero e duro. Il legno derivato dalle conifere (per esempio il pino o l'abete) è di tipo tenero, il legno delle Angiosperme (ontano, quercia, noce) è duro. in realtà questa suddivisione può essere fuorviante, poiché alcuni legni duri sono più teneri di quelli definiti teneri, per esempio la balsa, mentre alcuni teneri sono più duri dei duri, per esempio il tasso. In realtà questa disinzione deriva dalla nomenclatura inglese che definisce le conifere "softwood" e le latifoglie "hardwood", ma la traduzione in legno tenero e legno duro è un errore di ipercorrettismo, visto che le due parole inglesi stanno a significare semplicemente - e rispettivamente - conifere e latifoglie.
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Tutti conoscono la bellezza del legno. Il legno arricchisce la nostra vita. Il legno vive. Non è mai freddo e gradevole al tatto. Il legno, grazie alla sua particolare costruzione e composizione cellulare è un materiale vivo e per questo ha un continuo rapporto e scambio di umidità con l’ambiente circostante. Il legno è salute ed essendo un prodotto naturale, come tale è in armonia con l’ambiente e con il nostro corpo. Il legno è durevole, versatile e pratico. Il legno è un meraviglioso dono della natura. Il legno è il materiale dal quale ricaviamo il parquet. Noi utilizziamo il pavimento nella nostra casa per molte ore al giorno, per cui deve avere delle qualità e prestazioni che si adattano al nostro modo di vivere: confortevolezza, durabilità, facilità di manutenzione e pulizia quotidiana, resistenza all’usura e al calpestio. Queste prestazioni può darle solo il parquet. Forse pochi però conoscono le proprietà tecniche del parquet, come si deve scegliere, come si deve mettere in opera, la sua manutenzione. Questo articolo è dedicato a tutti coloro che vorrebbero saperne un po’ di più, perché il parquet è un’ottima scelta , ma sapendone di più si può scegliere meglio. 2 CARATTERISTICHE DEL PARQUET Le varie specie legnose con cui si produce il parquet, si differenziano per diverse caratteristiche. Sotto l’aspetto pratico ed estetico hanno particolare evidenza le seguenti caratteristiche: 1. COLORE 2. OSSIDAZIONE 3. DUREZZA E RESISTENZA ALL’ABRASIONE COLORE Nella scelta del pavimento occorre tenere in considerazione che il colore è molto importante in quanto nel caso di locali di ridotte dimensioni, tonalità scure tendono a creare un effetto ottico che le rimpiccioliscono ulteriormente. Legni chiari invece sono l’ideale se si vuole sottolineare un arredamento di tipo scandinavo piuttosto che hightech. I parquets che tendono al rosso si sposano invece benissimo con arredamenti raffinati in cui siano presenti mobili d’antiquariato, pezzi, d’arte e tappeti importanti. In natura esistono specie legnose molto chiare (acero, frassino, ecc.), altre con tinte tendenti al giallo- bruno più o meno chiaro (rovere, iroko, teck, ecc.), altre al bruno rossastro (jatobà, merbau, ecc.), altre ancora al rosso (padouk) o addirittura al bruno cupo (panga-panga, wengè). OSSIDAZIONE Quando si sceglie un parquet è utile tener conto anche del comportamento del legno al fenomeno dell’ossidazione. Tale effetto, che comporta lo scurire o schiarire del colore di base del legno, si evidenzia dopo diverso tempo ed è causato in buona parte dalla luce. E’ sempre meglio perciò, prima di acquistare un parquet, chiedere al venditore quali saranno gli effetti dell’ossidazione sul legno da voi scelto: scurirà o schiarirà? E’ consigliabile non collocare tappeti subito dopo la posa di un pavimento in legno, in modo da evitare che le parti scoperte subiscano un ossidazione più rapida delle parti coperte. 3 Ricordiamo in oltre che il legno è un prodotto naturale e pertanto è praticamente impossibile trovare elementi tra loro perfettamente uguali (e di conseguenza identici al campione visionato al momento di acquistare il parquet). Fermo restando, quindi, specie, qualità e colore, si possono notare differenze di venatura, tonalità e macchiature in quello fornito. DUREZZA E RESISTENZA ALL’ABRASIONE Scegliendo un pavimento di legno va sempre tenuto conto della presenza nell’abitazione di bambini o animali domestici e della destinazione dei locali. Soggiorni e soprattutto camere da letto si possono pavimentare con qualsiasi tipo di parquet. Invece locali come l’ingresso o la cucina, sottoposti a intenso calpestio, caduta di oggetti, liquidi o altre sostanze, ecc., devono essere possibilmente pavimentati con parquet di specie legnosa dura. Le varie specie legnose hanno diversa durezza e resistenza all’usura. Essa è importante sia per la lavorazione del legno(taglio, levigatura) che per l’effetto che sulla pavimentazione possono provocare urti di vario genere. Riportiamo sotto un elenco della durezza di alcune specie legnose più usate: rovere : durezza normale iroko : durezza normale teak: : durezza normale dossiè : duro merbau : duro wengè : duro Jatoba : molto duro Lapacho: molto duro 4 TIPI E FORMATI DEL PARQUET Generalmente a seconda dei tipi e formati del parquet si usano le seguenti distinzioni: • Il parquet massiccio o tradizionale • Il parquet stratificato o prefinito Il parquet massiccio o tradizionale si tratta di tavolette di legno della stessa specie legnosa tagliata in spessori e dimensioni variabili. Possono essere di piccole dimensioni con forma regolare (nel caso del mosaico), di medie dimensioni con fianchi leggermente inclinati (lamparquet o listoncino) o di medie- grandi dimensioni, lavorati lateralmente ad incastro a “maschio e femmina” per favorire la stabilità (listone). Il parquet stratificato o prefinito è generalmente un insieme di elementi costituiti da più stati, lavorati sui fianchi a maschio e femmina preventivamente gia’ calibrati, levigati e verniciati prima della loro posa in opera. TIPI DI POSA IN OPERA I tipi di posa in opera generalmente utilizzati sono sostanzialmente tre : • La posa incollata (la più utilizzata) • La posa chiodata (utilizzata sempre meno) • La posa galleggiante (utilizzata solo per particolari tipi di pavimenti prefiniti di dimensioni generalmente rilevanti). GEOMETRIE DI POSA Sono invece innumerevoli le geometrie di posa intese come i disegni che nascono dall’accostamento dei singoli elementi che compongono un pavimento in legno. Ci limiteremo di seguito a descrivere solo le principali e le più usate: • A tolda di nave o a cassero o a correre ( che può essere regolare o irregolare, dritto oin diagonale); 5 • A spina di pesce (centrale o in diagonale o con fascia e bindello). • A scacchiera(o a quadro) • Artistiche (caratteristiche da complessi disegni) Ogni geometria di posa, a causa dei diversi disegni e di particolari effetti ottici che si possono ottenere, contribuisce in misura diversa ad arredare gli ambienti. Per esempio il parquet posato a cassero regolare, con listello parallelo alla parete corta del locale crea l’effetto ottico dell’allargamento della stanza, mentre il listello parallelo alla parete lunga del locale crea l’effetto ottico dell’allungamento della stanza. Se invece non si vuole sottolineare nessuna dimensione, il disegno di posa ideale è quello diagonale. La geometria di posa con fascia e bindello, permette, invece di correggere le irregolarità geometriche del locale (pareti non perfettamente parallele, di dimensioni diverse, ecc.), assumendo nello stesso momento un valore altamente decorativo e classico. LA FINITURA La finitura di un pavimento in legno (esclusi gli stratificati o prefiniti già verniciati dal produttore), può essere effettuata in tre modi principali: • Verniciatura • Ceratura • Trattamenti ad olio La verniciatura generalmente costituita da una mano di fondo e successivamente una o più mani di vernice. La mano di fondo serve principalmente per chiudere le porosità del legno, isolare le sostanze in esso contenute per evitare cambiamenti di tonalità e garantire una superficie particolarmente uniforme che permetta una maggiore resa della vernice ed un suo migliore aspetto estetico. 6 La vernice applicata in una o più mani (dipende dai tipi di vernice), serve a formare una pellicola, generalmente trasparente, che protegge da sollecitazioni esterne (calpestio, acqua, ecc.), dà una maggiore durezza alla superficie, la migliora esteticamente e facilita la manutenzione del pavimento. Le vernici possono avere vari gradi di brillantezza e si distinguono pertanto in: lucide, semilucide, satinate e opache. La ceratura è una alternativa alla verniciatura. Il trattamento a cera è compatibile in genere con tutti i legni, ed è quello che meglio esalta il naturale colore del legno. Esso richiede però a differenza di un pavimento verniciato, una cura maggiore nella manutenzione. I trattamenti ad olio sono un’altro tipo di finitura. Rispetto alla verniciatura e alla ceratura, questo trattamento non forma un film superficiale, ma genera una vera e propria impregnazione del legno, pur lasciandolo traspirare. Questo sistema usualmente “carica” la tonalità del legno(acquista una colorazione più scura) e richiede, a volte, una accurata manutenzione. Per la sua destinazione finale e per il suo utilizzo, il parquet, ed in particolare la verniciatura non può essere paragonato ad un mobile. La pellicola protettiva che viene applicata sul pavimento deve possedere infatti caratteristiche di resistenza all’abrasione e di elasticità agli urti estremamente più elevata di quella dei mobili. Quindi per motivi applicativi e soprattutto per le continue variazioni ambientali in cui il posatore deve operare (cambiamenti anche rapidi di temperatura ed umidità dell’aria, improvvise correnti d’aria, eccessivo pulviscolo presente nell’aria, ecc.) è praticamente impossibile eseguire verniciature come quelle ottenute nelle camere di verniciatura (come per i pannelli esposti negli show-room). La presenza di qualche puntinatura, bollicina, ecc., non notabile o comunque difficilmente visibile guardando il pavimento in piedi, nella posizione retta, è pertanto giustificabile. Ricordiamo inoltre che la parziale perdita di brillantezza della vernice e la sua normale usura, sono cose del tutto normali. 7 LA MANUTENZIONE Per mantenere in buono stato il pavimento di legno si consiglia: • Provvedere all’ingresso dell’abitazione uno zerbino mantenuto pulito, per allontanare dalle suole delle scarpe polvere e particelle abrasive; • Ordinariamente rimuovere la polvere con scopa a frange (mop) o passare l’aspirapolvere; • Abitualmente pulire il pavimento con panno inumidito con l’acqua e normale detersivo per pavimenti neutro non schiumoso; • Trattare il pavimento periodicamente con prodotti protettivi a base di resine in dispersione acquosa auto lucidanti o rilucidabili in caso di pavimenti trattati con vernice, con cere liquide nel caso di pavimenti trattati a cera o con saponi di manutenzione per pavimenti oliati. I prodotti per la manutenzione vanno sempre usati attenendosi alle istruzione del fabbricante. La periodicità del trattamento protettivo dipende dall’intensità dell’uso del pavimento. Indicativamente si propone la cadenza riportata nella sottostante tabella: Pavimento poco usato (es. camera da letto, ecc.) Spolveratura: quotidiana (sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) Pulizia : settimanale (sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) Manutenzione(lucidatura): semestrale (pavimenti verniciati); mensile (pavimenti cerati o oliati) Pavimento mediamente usato ( es. salotto, soggiorno, corridoi, ecc.) Spolveratura: quotidiana (sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) Pulizia : settimanale ( pavimenti verniciati), Quotidiana(pavimenti cerati o oliati) 8 Manutenzione(lucidatura): mensile (pavimenti verniciati); settimanale (pavimenti cerati o oliati) Pavimento molto usato ( es. ingressi, negozzi, uffici, ecc.) Spolveratura: quotidiana (sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) Pulizia : quotidiana(sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) Manutenzione(lucidatura): settimanale (sia per pavimenti verniciati, cerati o oliati) MANUTENZIONE STRAORDINARIA Il pavimento in legno, come qualsiasi altro pavimento, dopo anni di servizio può presentarsi usurato e danneggiato. A differenza di altri tipi di pavimenti che devono essere sostituiti, il parquet può essere completamente rinnovato mediante: • Nuova levigatura • Sostituzione di eventuali elementi danneggiati • Stuccatura • Carteggiatura • Nuova verniciatura o ceratura o oliatura E’ per questo che il parquet viene considerato eterno Concludendo possiamo dire che non vi è locale che non può avere una pavimentazione di legno, non c’è una superficie che non può essere rivestita di legno ma, occorre che si conoscano bene tutti i criteri da osservare per ottenere una buona pavimentazione lignea. Certamente una pavimentazione di legno è più laboriosa da mantenere di quella con piastrelle, ma alla luce delle proprietà che il legno offre, sia dal punto di vista estetico, economico e di durabilità nel tempo (fanno testo i pavimenti posati molti secoli fa ed attualmente in ottimo stato) ne fanno un materiale unico
. EDÌ 20 OTTOBRE 2011
COME SCEGLIERE IL GIUSTO PARQUET PER I PROPRI AMBIENTI
Per prima cosa ricordiamoci che il parquet è un pavimento in legno utilizzato da secoli per arredare e rendere più confortevoli gli ambienti delle abitazioni soprattutto perché, provenendo dalla lavorazione di essenze disponibili in natura, ogni parquet è unico e irripetibile ; inoltre, per poter essere definito parquet, un pavimento in legno deve avere uno strato di usura (quello superiore dove si cammina) di almeno 2, 5 mm di spessore, come definito dalla normativa europea UNI EN 13756-2004 che regola la materia.
Un bel pavimento in parquet è sicuramente una soluzione elegante e raffinata che sicuramente nel tempo verrà da voi sempre più apprezzata. Nella scelta del legno da utilizzare però bisogna tener conto di innumerevoli fattori quali il proprio gusto estetico, il costo e le caratteristiche dell’ambiente nel quale intendete inserirlo.
Ecco un elenco dei principali tipi di legno utilizzati come pavimentazione:
- Ciliegio : è un legno dal colore chiaro con venature moltoeleganti. E’ caratterizzato da una durezza media e di conseguenzanon è adatto ad essere posizionato in ambienti di intenso passaggio
- Faggio : anche questo legno ha una tonalità chiara e una durezza media di conseguenza come il ciliegio non è adatto ad ambienti molto calpestati.
- Rovere : essenza molto pregiata dalla tonalità giallo miele; ha un’ottima resistenza ed è adattissimo ad essere calpestato.
- Wengè : essenza dall’intensa colorazione scura, è un legno molto duro e resistente. Attenzione al suo impiego: non utilizzatelo mai in ambienti piccoli e poco luminosi.
Ecco un elenco delle principali composizioni come pavimentazione:
- COMMERCIALE o FIAMMATA : è la scelta più venduta in assoluto, è caratterizzata da una fibra dritta o fiammata stretta (venature del legno che formano V o onde molto ravvicinate tra loro), con una percentuale del 7% di nodini di piccole dimensioni.
- NATURE : simile alla qualità Commerciale, il colore però è meno selezionato, pertanto i pezzi possono presentare differenze di tonalità anche notevoli tra di loro.
- COUNTRY o RUSTICA : è la scelta in cui sono presenti sia nodi che alburno (la parte più giovane del legno, sempre molto chiara) in quantità variabile a seconda della specie legnosa. Queste caratteristiche visive molto marcate conferiscono al legno un aspetto “d’altri tempi”, sono quindi indicate per arredamenti rustici o in arte povera, studi professionali e locali commerciali, ecc.
- PARQUET TRADIZIONALE : è formato integralmente da legno ed è venduto grezzo, ossia da levigare e lucidare dopo la posa e assolutamente prima di essere calpestato.Proprio a causa dei costi e dei lunghi tempi necessari per posa, levigatura e verniciatura che obbligano ad attendere anche fino a quaranta giorni prima di utilizzare il pavimento, questa tipologia di parquet sta progressivamente riducendo la sua diffusione
- PARQUET PREFINITO MULTISTRATO : il prefinito multistrato rappresenta oggi la più diffusa ed importante tipologia di pavimenti in legno. Come dice il nome, il prefinito multistrato è costituito da più strati, anche di legno diverso, dove lo strato superficiale in legno pregiato (essenza) deve essere di almeno 2, 5 mm di spessore, e viene levigato e verniciato in fase di produzione.Gli strati possono essere due, se oltre all’essenza è presente il solo supporto in legno meno pregiato che integra il sistema di fissaggio delle aste, oppure tre se esiste anche il controbilanciamento, il cui scopo è quello di assicurare una migliore stabilità evitando le deformazioni dovute al passare del tempo.Le giunture sono calibrate per garantire complanarità tra i vari listoni di parquet con incastri che rendono il supporto perfetto per la posa in opera.Il successo di questo tipo di parquet deriva principalmente dal fatto che essendo pre-levigato e verniciato in fase di produzione non necessita di lavorazioni successiva alla posa, può essere quindi messo in opera rapidamente ed è calpestabile in 24 ore dalla posa. Inoltre grazie alla verniciatura industriale è possibile dare fino a 6/7 mani di vernice, assicurando maggiore resistenza e durata nel tempo. Fattore da non trascurare è anche la facilità di posa (potete farlo da soli!!) che ne riduce sensibilmente i costi.
- PARQUET PREFINITO MASSELLO : Un buon compromesso tra parquet tradizionale e parquet prefinito multistrato è rappresentato dal parquet prefinito massello che sta riportando un successo crescente negli ultimi tempi. In questo caso il legno massello viene levigato e verniciato in fabbrica. Ha il fascino del legno massello, ma presenta alcuni dei vantaggi del prefinito: qualità delle vernici, tempi di posa abbastanza brevi, costi di posa più bassi del tradizionale.
Gli amanti del fai da tedevono sapere che esistono tre metodi di posa del parquet:
Metodo incollato : i listoni di parquet sono incollati al piano di posa. Ciò significa che il piano di posa dovrà essere prima preparato in modo perfetto: dovrà avere uno spessore uniforme, essere perfettamente liscio e pulito, e soprattutto essere libero da umidità. Quanto incollerete i listoni al piano fate attenzione a non incollare gli uni agli altri attraverso i fianchi perché altrimenti impedirete al pavimento di assestarsi in modo naturale e rischiate di rovinare il vostro lavoro.
Esistono vari tipi di colla a seconda della tipologia di piano di posa; vi consiglio di rivolgervi ad un bravo rivenditori per trovare il collante che fa al caso vostro.
La chiodatura : si usa con i listoni di legno massiccio oppure a quelli multistrato. Il legno viene inchiodato utilizzando delle vite o dei chiodi inseriti a 45°. E’ un metodo un po’ complesso quindi se optate per questo vi suggerisco di non farlo fai da te ma di consultare un bravo posatore.
Metodo Flottante . E’ forse il metodo più “naturale”. Prima di tutto dovete preparare il piano di posa coprendolo con uno strato di isolamento acustico come ad esempio un pannello di sughero. Ricordate quando poserete i listoni di lasciare almeno 1 cm di spazio libero lungo il perimetro per permettere al pavimento di assestarsi al meglio. Infine dovrete semplicemente incastrare i listoni tra di loro prima di posarli nel piano di posa.
Al giorno d’oggi si stanno preferendo i grandi listelli, di materiale chiaro: il rovere è quello più richiesto. Vi è un grande ritorno alle tinte chiare, ai grigi e ai fumè.Si prediligono tinte naturali e che diano luminosità agli ambienti.
Lo spessore del legno che costituisce il vostro parquet è da osservare con attenzione. Una delle cose più importanti da valutare nello scegliere un pavimento in legno è proprio lo spessore totale del parquet da utilizzare.
Come posare il parquet in rovere naturale
Martedì, 26 gennaio 2016 12:0 di Katrina Bertacci , 0 Commenti
State pensando di rifare il pavimento del vostro salone? Ecco come posare il parquet in rovere naturale per avere un lavoro ad opera d'arte.
La scelta di posare un parquet in rovere naturale all'interno di una casa ha numerosi vantaggi .
La qualità di questo legno è conosciuta sia per la bellezza che per la durata nel tempo e, soprattutto, per la resistenza sia agli agenti atmosferici che ai detersivi.
Potete trovare diverse qualità e colori di parquet in rovere naturale in commercio.
Vi consiglio di acquistare il vostro parquet in rovere naturale di qualità italiana: è particolarmente richiesta ed è tra le più amate per colore e resistenza.
La posatura di un parquet in rovere naturale deve essere effettuata da un parquettista esperto.
Dopo aver deciso taglio e lunghezza del vostro parquet in rovere naturale, non dovete far altro che contattare un parquettista di fiducia e richiedere un preventivo per posatura parquet .
I costi della posatura del parquet in rovere naturale variano in base al tipo di materiale e di lavoro che preferite.
Come si posa il parquet in rovere naturaleE' possibile posare il parquet in rovere naturale in due modi:
- inchiodatura del parquet in rovere naturale
- fissaggio con colle e resine
La maggior parte delle volte, per la posatura del parquet in rovere naturale, si utilizza quest'ultimo metodo che è molto più rapido e resistente .
Durante la posatura del parquet in rovere naturale è necessario osservare alcune regole .
Se decidete di posare il parquet in rovere naturale sopra un pavimento maiolicato , dovete isolare il pavimento per evitare un contatto diretto tra i due materiali.
Se non è già presente una pavimentazione, dovete costruire un massello in cemento, o in un altro materiale isolante, prima di posare il parquet in rovere naturale.
E' importante che la posatura del parquet avvenga ad una temperatura non inferiore ai 22 gradi.
Inoltre, il massetto creato non deve essere umido o ancora fresco.
Richiedete sempre l'aiuto di un parquettista esperto, saprà consigliarvi sui materiali più adatti al vostro bisogno.
Il legno è un materiale molto delicato, soggetto ad essere penalizzato dagli agenti atmosferici come, ad esempio, un'elevata umidità.
Per evitare problemi, ricordatevi di far trattare il vostro parquet in rovere naturale con speciali resine ed oli.
Saltuariamente richiedete al vostro parquettista anche la levigatura del parquet , ridonerà al vostro parquet in rovere naturale la lucentezza persa.
Come scegliere il parquet in rovere naturaleCome il mattonato, anche il pavimento in legno naturale potete trovarlo in diverse qualità e formati.
Se non volete spendere troppo potete acquistare un legno di seconda scelta, potrebbe però presentare qualche difettuccio.
Vi sconsiglio di scegliere un parquet troppo sottile o non trattato: richiede molti trattamenti che rendono la manutenzione del parquet dispendiosa.
Consigli utili e dritte per pulire e mantenere il parquet in rovere naturalePer mantenere il vostro parquet in rovere naturale perfetto e lucente come il primo giorno, dovete prestare molta attenzione alla pulizia ed alla manutenzione.
Per pulire il parquet in rovere naturale utilizzate prodotti specifici per parquet.
Ricordatevi di non utilizzare molta acqua durante la pulizia e di adoperare detergenti che non intaccano il rivestimento superficiale della mattonella in legno.
Evitate una eccessiva esposizione alla luce solare e all'umidità del vostro parquet in rovere naturale.
Una costante esposizione all' umidità del vostro parquet in rovere naturale, potrebbe provocare un rialzamento.
Una continua esposizione alla luce solare potrebbe rovinare la lucentezza ed il colore naturale del vostro parquet in rovere naturale.
Se avete una stanza piccola, vi consiglio di evitate la sistemazione del parquet in rovere naturale in maniera lineare.
La sistemazione a spina di pesce crea un effetto ottico particolare che fa sembrare gli spazi più ampi.
Se avete delle stanze molto vaste, vi consiglio di creare degli effetti particolari con il legno.
Potete aggiungere al centro della stanza dei disegni di legno naturale, facilmente reperibili in commercio.
Qualora non voleste spendere troppo, potete trovare in commercio dei composti di legno in rovere naturale prefabbricati e facili da applicare.
Questa qualità di parquet ha il pregio di durare molto, essendo trattato con materie plastiche e resine che resistono ai graffi e al calpestio.
Posare il parquet in rovere naturale richiede sempre l'ausilio di un esperto, contattate il vostro parquettista di fiducia e rendete più bella e comfortevole la vostra abitazione.